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Sermonti, Vittòrio.

Scrittore e traduttore italiano. Laureatosi in Lettere a Roma sotto la guida di Natalino Sapegno, insegnò italiano e latino al liceo "Tasso" di Roma (1964-67) e fu docente di tecnica del verso teatrale all'Accademia Nazionale di Arte Drammatica (1972-74), collaborando inoltre con la casa editrice Feltrinelli (1959-61), con la rivista Paragone e con diverse testate giornalistiche, tra cui "l'Unità" (1979-82), "Il Mattino" (1985-86), "Il Corriere della Sera" (1993-94). Da sempre interessato al rapporto tra energia della voce e ritmo della scrittura letteraria, dal 1987 al 1992, con la tutela scientifica di Gianfranco Contini prima e di Cesare Segre poi, curò un ciclo di trasmissioni radiofoniche sulla Divina Commedia andate in onda su Radiotre (emittente per cui S. firmò diversi testi e un centinaio di regie), dalle quali fu tratta una riedizione commentata della poema dantesco (L'Inferno di Dante, 1988; Il Purgatorio di Dante, 1990; Il Paradiso di Dante, 1993). Proseguendo nei suoi studi sulla relazione tra voce e scrittura, dal 1995 al 1998 lo studioso romano lesse i cento canti della Divina Commedia alla basilica di San Francesco a Ravenna, dove è sepolto il poeta, esibendosi in altre letture pubbliche del poema dantesco a Roma (2000), Firenze (2005) e Milano (2005). Nominato membro dell'Accademia virgiliana di Mantova (1996) e del Comitato d'onore della "Dante Alighieri" di Parigi (1998), S. fu anche autore di tre romanzi: La bambina d'Europa (1954), opera autobiografica d'esordio riproposta nel 1960 come prima parte del secondo romanzo, Giorni travestiti da giorni, e Novella storica (1968), in cui il protagonista va prendendo coscienza della propria omosessualità. S. pubblicò inoltre un libro di racconti, Tempo fra cane e lupo (1980), in cui recuperò l'interesse per i fatti storici, rievocando l'invasione di Praga, e una raccolta di poesie, Ho bevuto e visto il ragno (1999), oltre a numerosi saggi su Boccaccio, Metastasio, Strindberg, Molière, Leopardi, Mozart. In Dov'è la vittoria (1983) raccolse alcune ironiche testimonianze sui Mondiali di calcio del 1982, offrendo al lettore un'interessante indagine sul costume italiano. Per il teatro S. scrisse e tradusse opere in versi di Plauto, Molière, Racine, Sartre, Lessing, Schiller, Hoffmanstahl (n. Roma 1929).